La prima
volta che si rivolge al cielo notturno uno sguardo poco più che
distratto, in certe stagioni si può notare una specie di nuvoletta
che a uno sguardo più attento si rivela come un gruppetto di
stelline. Quattro, le più luminose, formano un quadrilatero,
mentre le altre tre sono disposte lungo una linea curva: nell'insieme
fanno ricordare la forma di un piccolissimo carro. La loro visione e
il riconoscimento di quella che in passato è stata anche considerata
una costellazione a sé stante, Le Pleiadi, provoca spesso un
sentimento di stupore. Oltralpe questo gruppetto di stelle viene addirittura denominato "La Grappe de raisin" (Il grappolo d'uva); in effetti le stelline fitte fitte richiamano gli acini. Popolarmente sono conosciute da sempre come le Sette Sorelle oppure, specialmente nel mondo contadino, vengono associate alle Gallinelle; o anche la Chioccia e i Pulcini
sette case nel
tacito borgo, sette Pleiadi un poco più su. La Chioccetta per l'aia
azzurra va col suo pigolio di stelle. Alfred Tennyson ha pensato
invece alle lucciole: E davvero, viste attraverso un telescopio, le Pleiadi appaiono avvolte in una leggerissima nebbia, perché sono immese in una nebulosa. I latini le chiamavano
Vergiliae, da ver, primavera, le stelle della primavera. Ma se della navigazione
pericolosa il desiderio ti prende, Esiodo (VIII-VII secolo
a.C.) le canta anche come indicatrici al contadino del calendario dei
lavori agricoli: Occorre a questo proposito ricordare che oggi questo ammasso è visibile in un periodo diverso dai tempi antichi a cui abbiamo accennato. Oggi esse cominciano ad apparire nei cieli del mattino in agosto, sono visibili in prima serata in inverno e a maggio tramontano: questo accade per un fenomeno astronomico che si chiama precessione degli equinozi, (un lento movimento del Polo Nord celeste tra le stelle). Il mito le ha poi rivestite
di leggende particolarmente suggestive. Atlante, re della Mauritania,
grande gigante, litigò con Perseo, il quale, grazie alle proprietà
magiche della testa di Medusa, lo trasformò in un monte (la catena
dell'Atlante nel Marocco); poi Giove lo perdonò dello sgarbo
fatto a suo figlio Perseo e gli ridiede le sue fattezze; tuttavia per
punizione gli diede da sorreggere sulle spalle il mondo. Gli antichi egiziani davano al mese di novembre il nome di Athar-aye, il mese delle Pleiadi, e lo stesso troviamo presso i caldei e gli israeliti. Gli abitanti della Polinesia
ad una metà dell'anno danno, nella loro lingua, il nome corrispondente
a "le Pleiadi Sopra", e all'altra metà a "le Pleiadi
Sotto". In Australia scopriamo una certa corrispondenza con i nostri miti: le Pleiadi sono ragazze che cercano si sfuggire a un cacciatore che le insegue (Orione). Euripide le cita come "orologio notturno". Ci sono testimonianze dirette anche nelle nostre campagne di questo fatto. Un oggetto così inconfondibile e caratteristico, messo in relazione a particolarità del terreno, a colline, a profili di montagne può facilmente costituire un riferimento nelle ore notturne tanto da poter sostituire l'orologio. Il mito sopravvive anche ai giorni nostri, ma meno poeticamente. Possiamo viaggiare sulle Pleiadi, su un'automobile che si chiama Subaru, il nome giapponese di questo bellissimo ammasso stellare. |